di Marco Sebastiani
Chakrasana, la posizione della ruota, una profonda estensione all'indietro, è un'asana che difficilmente lascia indifferenti. Sia che si esegua con scioltezza o che si approcci le prime volte, chakrasana scatena emozioni molto forti. Come mai? A quale orizzonte tradizionale rimanda questa posizione? La ruota di energia e il disco di luce, sono due elementi peculiari della tradizione yogica e induista. Visnù in una delle sue molteplici mani tiene sospesa, come arma mistica proprio un disco roteante di energia chiamato Sudarshana Chakra, dai gradissimi poteri. Inoltre, il corpo umano è attraversato, come sappiamo, da sette punti intorno ai quali l'energia interiore ruota nel suo percorso. Questo concetto sarà trattato con dovizia di particolari dalla tradizione tantrica kashmira, ma vedremo come questi elementi si ritrovano all'interno della nostra posizione della ruota e come l'andamento circolare dell'energia acquisisca una particolare connotazione.
Diciamo innanzitutto che ci si riferisce in modo ambivalente a questa asana con il nome di chakrasana, letteralmente "posizione della ruota", ardha chakrasana, mezza ruota oppure spesso urdhva dhanurasana, che significa "posizione dell'arco verso l'alto", da non confondere con dhanurasana che invece è la posizione dell'arco, chiamata anche impropriamente del ponte, in cui si afferrano le caviglie con la pancia a terra, ovvero proni. Onestamente, anche in India, ho sentito riferirsi ad essa con entrambi i nomi, probabilmente attestati con maggiore frequenza a seconda della scuola di yoga di appartenenza. In molte scuole ha un un ruolo importante e centrale. Nell'Ashtanga yoga, è la posizione di transizione tra la prima e la seconda serie, e spesso, nella sua versione dinamica da in piedi (drop back NdR), viene utilizzata per giudicare se il praticante è pronto per passare dall'una all'altra. In questo stile di yoga è nota come urdhva dhanurasana, mentre chakrasana è chiamata una trasizione da sdraiati verso adho muka svasana. Anche il maestro Iyengar nel suo "Light on Yoga", si riferisce con il nome Urdhva Dhanurasana a questa posizione, trattata come ultima, subito prima shavasana. Altre scuole invece la chiamano urdhva dhanurasana quando mani e piedi sono lontani, cambiando il nome in chakrasana o chakra bandhasana, solamente quando si arriva ad afferrare i talloni con le mani, gomiti a terra o sollevati. Altre scuole infine chiamano questa posizione unicamente chakrasana, in tutte le sue versioni.