di Maria Sabatini
Come insegnanti, siamo spesso immersi nel mondo dello yoga. Passiamo il tempo libero leggendo approfondimenti, libri, riviste. Alcuni di noi pianificano le vacanze tenendo retreat, festival o conferenze. Facilmente i fine settimana saremo implicati in qualche workshop o in classi di formazione. In mezzo a tutto questo yoga è facile trascurare la propria pratica personale, quella intesa in senso stretto, sul tappetino: purificazione, asana, controllo del prana, meditazione, eccetera. Purtroppo mi sono trovata varie volte in questa condizione. Ero immersa nello yoga, insegnavo 6 classi a settimana, ma la mia pratica stava regredendo perché la trascuravo. Parliamoci chiaro, la pratica svolta da soli, ha secondo me un valore non sostituibile con altro. E' inutile illudersi e dire che insegnare è la nostra pratica o che stiamo lavorando sugli "altri" aspetti dello yoga, semplicemente non è vero. E' una grande dimostrazione di arroganza e di ego ipertrofico: ci sentiamo tanto arrivati da non aver più bisogno di praticare e di imparare? Ci troveremo ad un punto nel quale perderemo i traguardi raggiunti. Perderemo la facilità nell'entrare in uno stato di profonda concentrazione e poi meditativo. Perderemo profondità nelle asana e nel pranayama. In India i maestri che mi hanno più affascinata e di cui mi sono sempre fidata, si alzavano nel cuore della notte per praticare due, tre ore e dopo iniziavano ad insegnare. Difficile arrivare a tanto, ma è indispensabile trovare una formula che rimetta la nostra pratica al centro. Per essere dei buoni insegnanti bisogna essere degli ottimi, intensi praticanti, nello yoga è indispensabile. Altrimenti il rischio è di diventare insegnanti di fitness mascherato da yoga, riportarci sulla superficie delle cose.
Non ho l'arroganza di sentirmi portatrice di questo valore. Nella mia esperienza è sì molto vero, ma sono tutti i testi classici a esaltare questo concetto, tra i quali l'opera principe per gli insegnanti, gli Yoga Sutra:
YSII:1. Lo yoga è azione e si realizza in tre componenti: pratica intensa, studio di sé‚ abbandono allo spirito assoluto.
Ho così raccolto alcuni suggerimenti che provengono direttamente dai miei periodi di mancanza di pratica personale. Ho cercato di riunire una manciata di trucchi per ristabilire il giusto equilibrio con la propria pratica yoga. Ecco cosa suggerisco ai miei amici insegnanti: