Giovani insegnanti: Victoria, tra sport e kundalini yoga

aprile 09, 2018



Con questo articolo Yoga Magazine Italia aggiunge un nuovo capitolo alla rubrica nella quale intervista i giovani istruttori di yoga italiani o quelli di recente formazione. Lo scopo è osservare dove sta andando la pratica dello yoga in Italia, prendendo come riferimento proprio chi lo influenzerà maggiormente nel futuro. Oggi intervistiamo Victoria Milokostova, che coniuga aspetti molto differenti dello yoga, dell'attività sportiva e della meditazione, con buona pace di chi vuole sempre stabilire confini. Madre di tre figli, con un passato da sportiva agonista e anni di esperienza nel kundalini yoga, Victoria ha un profilo decisamente poliedrico.

Yoga Magazine Italia: Ciao Victoria è un piacere poter dare spazio sulle nostre pagine a una persona motivata e solare come te. Ci potresti raccontare come hai iniziato a fare yoga e come sei diventata insegnante?

Victoria Milokostova: Ciao a Tutti! Da bambina ho fatto nuoto agonistico e facevo parte della squadra Nazionale Ukraina. Ci allenavamo molto anche al di fuori della piscina. Passavamo molte ore in palestra facendo esercizi con gli attrezzi e dedicavamo  tempo anche agli esercizi per la flessibilità, che erano indispensabili. Facevamo persino qualche asana. Dopo che ho lasciato l’attività agonistica, ho continuato ad allenarmi, prestando molta attenzione alla flessibilità del mio corpo. In quel momento della mia vita lo yoga era solamente una disciplina per il corpo. Qualche anno fa mi è poi capitato di vedere un video di una lezione di Kundalini yoga. Quel tipo di Yoga era diverso da qualsiasi cosa avessi fatto in precedenza! Eseguendo la prima lezione ho scoperto un mondo meraviglioso e mi sono appassionata. Subito, dal primo incontro con il Kundalini, ho iniziato a praticarlo tutti giorni. Vedevo cambiamenti praticamente immediati. I cambiamenti che ho notato in me erano: una maggiore resistenza, tantissima energia durante la giornata e una concentrazione incredibile. Non sentivo più la stanchezza, neanche un po’. Ero energica e positiva tutto il giorno. Avendo visto questi risultati mi sono impegnata per diventare insegnante, proprio perché volevo far conoscere questa scienza al maggior numero di persone possibile. Avevo voglia di condividere la mia passione, volevo condividere la mia esperienza e desideravo di essere utile condividendo le tecniche che aiutano ad acquisire questa energia. E così in tre anni ho fatto vari corsi di formazione.



Fig 1. Victoria Milokostova



YMI: Come descriveresti il tuo stile di yoga? Cosa rende uniche le tue classi?

V.: Oggi il mio stile di yoga  si è trasformato rispetto all’inizio. Amo scoprire i limiti del mio corpo e della mia mente, ed espanderli, provando vari stili. Ovviamente ho delle preferenze. Mi piace molto il Kundalini, lo Yoga Flow, il Power Yoga e il Vinyasa. E’ difficile dire cosa renda uniche le mie classi, io condivido la mia esperienza ed ogni esperienza è l’unica ed irripetibile. Sono sinceramente grata ad ogni persona che abbia condiviso l’esperienza della pratica con me. Le persone che partecipano alle mie classi mi dicono spesso che “il bello” delle mie lezioni consiste nel fatto che non si ripetono; ogni volta sono diverse, ogni volta scoprono qualcosa di nuovo e ciò non le fa annoiare.


YMI: Hai curiosità riguardo altri stili di yoga ? pensi che i differenti stili vadano interpretati e mischiati oppure conservati gelosamente uguali agli insegnamenti originari?



V.:
Mi piace molto conoscere nuovi stili di yoga e sono aperta alle nuove esperienze. Tra l'altro amo inserire anche supporti non convenzionali durante le mie lezioni, oltre al famoso mattoncino, come ad esempio la fitball e il TRX che aiutano a migliorare la flessibilita e rendono la pratica creativa, ma sempre sicura. Ultimamento poi ho scoperto uno speciale training dei muscoli del viso e quindi insegno anche il face-fitness.
Penso che alcuni stili di yoga come l’Ashtanga o il Kundalini non possano essere variati. Hanno delle regole e la struttura delle classi è ben definita, variandole si rischierebbe di mancare l’effetto desiderato. Invece altri stili danno più spazio alla creatività. Questo è il bello dello yoga, dare la possibilità ad ognuno di noi di esprimersi  nel miglior modo possibile e di conoscersi più in profondità. Alla fine la cosa giusta è fare ciò che senti.


YMI:  Come ti rapportt con la meditazione?

V.: Grazie di cuore per questa domanda, alla quale risponderò condividendo la mia esperienza recente. A fine marzo di quest'anno ho partecipato al Tantra Bianco a Roma. Vi dico onestamente che inizialmente non ero molto entusiasta, perché io sono una persona attiva, mi piace il movimento, invece durante il Tantra devi stare seduto e meditare per molte ore. Pensavo che sarebbe stato difficile per me stare seduta per più di un’ora a meditare. Però, mi sono detta che questa era soltanto una esperienza nuova, che mi permetteva di fare un passo fuori dalla mia zona di comfort e quindi era un passo per la mia crescita. Eravamo tanti, da tutti gli angoli del mondo e questa è stata una cosa fantastica! L’insegnante che conduceva il Tantra era venuta dall'America. Chi pratica Kundalini, sa che gli Stati Uniti sono il centro del Kundalini yoga. Le meditazioni erano di 62 minuti oppure 31. Eravamo seduti uno di fronte all’altro, formavano delle coppie. Durante la meditazione ci guardavamo negli occhi e cantavamo o ascoltavamo in silenzio il mantra. Sono stata  meravigliosamente bene, non mi pesava lo scorrere del tempo,  62 minuti e più. La cosa stupenda è accaduta dopo il Tantra. Nella mia testa c'era un assoluto silenzio, nessuna voce, nessun sussurro, nessuna oscillazione della mente, nessun pensiero negativo, solo silenzio. Non so se riesco a descrivere questa sensazione e a farvi capire questa gioia? Ero in pace. La mente era libera e pulita. Avevo una sensazione fisica e mentale di grande leggerezza, è stata un'esperienza incredibile, così inaspettata e bella. Quindi, ecco che cosa penso della meditazione: è una "pulizia" per la nostra mente, che permette di resettare i pensieri negativi e limitanti. Riuscire ad integrare la meditazione all'interno della nostra pratica quotidiana è un grande passo in avanti.


YMI:  Grazie per questa condivisione, crediamo di aver capito  a cosa ti riferisci. Quanto sei legata allo yoga della tradizione e all’India?

V.: Questa è una parte importante dello yoga, senza la tradizione, senza la filosofia delle origini, la fisiologia sottile, i testi classici sanscriti e l’India, lo yoga si riduce solo ad esercizi di stretching. Certo, questo non significa che ogni persona che lo praticano debba sapere tutto sui chakra o leggere i testi sanscriti, ma praticando e magari  vedendo i cambiamenti interni, scoprendo se stessi, prima o poi può nascere la curiosità di capire un po’ meglio che cosa siano i chakra oppure di studiare la grande opera di Patanjali. Perché le nozioni più approfondite aiutano a conoscerci meglio, noi e gli altri.



YMI:  Cosa è che ti appassiona maggiormente dello yoga e quali consigli daresti a un giovane che volesse intraprendere la carriera d'insegnante yoga?

V.: Ogni giorno inizia una nuova vita e scopro una nuova me, diversa di quella di ieri.  Sono curiosa di scoprire e conoscere ogni mia sfaccettatura nuova e i miei limiti. In questo modo mi trovo sul mio tappetino ogni giorno, per approffondire la conoscenza di me stessa.
A una persona che volesse fare l'insegnante di yoga consiglierei di essere se stessa, di seguire il cuore e condividere la propria esperienza. Senza dimenticare che la qualità più importante che un insegnante deve possedere è, a mio parere, l’umiltà.



YMI:  Fare  autopromozione, sia con le altre persone dell’ambiente sia sui mezzi di comunicazione,  non ti mette in imbarazzo, non ti sembra in antitesi con i principi dello yoga? con il controllo dell’ego?

V.: Fare auto-promozione non mi mette in imbarazzo e non mi sembra contrario ai principi dello yoga, perché secondo me sono in grado di giudicare che cosa sia giusto o sbagliato o quali siano i limiti da non superare.  Non importa che si faccia  promozione di se stessi, importa come e perché si faccia. Per esempio, potrebbe essere una promozione positiva, che abbia lo scopo di motivare gli altri con il proprio esempio e la propria esperienza.
Io credo che in questo mondo ci siano veramente pochissimi limiti. Spesso sono i nostri pensieri e le nostre convinzioni a limitarci e a porci delle barriere. Questo è dovuto anche alle nostre esperienze non positive nel passato. Secondo me bisogna soltanto prendere coscienza di questi limiti interni e lavorare, credere e fare, praticare, scavare, l’importante è non fermarsi. Non dobbiamo farci condizionare dai preconcetti o da quello che potrebbero dire gli altri. Il mio “mantra” preferito è “impossibile è possibile”.


YMI:  Ho avuto modo di conoscerti e di apprezzare il tuo grande talento, ma se dovessi rivelarlo, quale è il tuo punto di maggior debolezza riguardo lo yoga e come pensi di migliorare?


V.: Grazie sei molto gentile [Ride]. Conoscendomi sempre meglio, so che mi capita di trascurare i miei lati deboli e dedicare la mia pratica a quello che mi riesce meglio. L’unico modo di migliorare è invece uscire dalla zona di comfort è fare il passo verso la scoperta del propri limiti e dedicare più tempo ai propri limiti per superarli.
In questo momento un mio grande obbiettivo è aprire una struttura che possa abbracciare i vari tipi di yoga e sopratutto aiutare e motivare le persone.






grazie sinceramente per il tempo che hai dedicato a questa intervista, ancora complimenti e i migliori auguri per il tuo radioso futuro.




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