di Marco Sebastiani
Ci interroghiamo spesso tra le pagine di questa rivista sul significato di tradizione e sull’importanza che questo aspetto ha nel mondo dello yoga. Siamo oggi consapevoli che sia solamente possibile parlare di “tradizioni” e di come spesso certe forze contrarie ad essa, ovvero innovative, abbiano rappresentato i valori più importanti dello yoga. Se, ad esempio, lo yoga non è oggi un’arte esoterica insegnata solamente ad iniziati in gruppi religiosi segreti, ma è accessibile al mondo intero, lo dobbiamo proprio all’innovazione portata da alcuni grandi maestri. Di contro, è meravigliosamente affascinante riconnettersi con gli insegnamenti antichi di millenni, insegnamenti che spesso rispondono a domande ancestrali. Yoga è un termine sanskrito e, per quanto innovative possano essere oggigiorno le forze intorno ad esso, sarà sempre in questo contesto che ci muoveremo, altrimenti perderemmo qualsiasi riferimento valido e rischieremmo di riferirci con questo nome a cose completamente estranee. Come capita di vedere.
Per capire la vera natura dello Yoga, come un percorso di realizzazione spirituale, è necessario avere una piccola comprensione delle sei scuole o sistemi classici della filosofia indiana, o induista che dir si voglia, di cui lo Yoga costituisce un elemento. Lo yoga è infatti una delle sei darsana ( दर्शन ), letteralmente "visioni" o scuole filosofiche, che caratterizzano la storia del pensiero indiano. Procederemo con qualche schematismo, sfumando gli aspetti filosofici più ostici, ma cercando di restituire la loro specificità e il quadro complessivo d’insieme. Comprendendo lo Yoga in questo contesto, è più facile approfondire quest’arte come pratica d’illuminazione, ciò che è in realtà , piuttosto che come semplice programma di fitness, così come forse oggi è diventato famoso, in modo estraneo al suo contesto.
E’ importante notare che il “sistema Yoga” contiene, o meglio è costruito, come vedremo, sugli altri sistemi. In altre parole la pratica tradizionale dello yoga, e la filosofia che ne è alle spalle, incorpora al suo interno gli altri sistemi.
Molti ritengono che i sistemi filosofici di riferimento non siano sei, ma sette. Anche se non c'è un accordo universale, è possibile considerare gli insegnamenti di Buddha un settimo sistema o scuola di filosofia, piuttosto che un sistema separato, in quanto i suoi metodi derivano dalla stessa radice. In realtà , sono soprattutto i buddhisti che pensano agli insegnamenti del Buddha come a un sistema totalmente separato e non una settima scuola di filosofia indiana. Certi rami induisti hanno infatti inglobato il buddismo nel proprio orizzonte conoscitivo e considerano il Buddha un avatar di Visnu, consapevoli anche del fatto che oggi in India questa dottrina non esista di fatto più e sia esclusivamente legata al passato.