Suono, canto vedico e meditazione trascendentale

maggio 05, 2020



di Fabio Strinati

 
Introduzione

E' con grande piacere che pubblichiamo il primo articolo di Fabio Strinati, poeta, artigiano e compositore marchigiano. Il suo approccio alla meditazione ed al suono è sicuramente non convenzionale, rispetto almeno agli standard di questa rivista, ma proprio per questo riteniamo possa costituire un arricchimento, ponendo in una nuova luce questi temi classici. Ma lasciamo il campo alle ispirate parole di Fabio.

Uno degli scopi primari della meditazione, è sicuramente quello di riuscire ad accentrare l’attenzione su noi stessi, seguendo percezioni, sensazioni, pensieri ed emozioni, oppure, sull’ambiente esterno, al fine di raggiungere un grado superiore di consapevolezza e di calma interiore. Una pratica che viene utilizzata per raggiungere una maggiore padronanza delle attività della mente, ma non solo. Si tratta di una pratica molto antica, che serve a mettere la mente in uno stato completamente rilassato ma al tempo stesso, molto vigile. Durante la meditazione, si è pienamente consapevoli di cosa stia accadendo realmente: dentro di noi, attorno a noi e al di sopra di noi; effettivamente, in quel preciso momento, tutto avviene e tutto fluttua, all’interno di una dimensione senza tempo né confini; siamo consapevoli di tutto, ma lo osserviamo con distacco e questo, ci permette di andare oltre le funzioni del pensiero e della mente, mettendo in pratica uno stile di vita acquietante, pacifico e totalmente rilassato.

Maharishi Mahesh Yogi, mistico e filosofo indiano nonché guru, fondatore della tecnica conosciuta come Meditazione Trascendentale, ci ha fornito una conoscenza dettagliata e sistematica di questo percorso di ricerca. A tal proposito, Maharishi scrive:” È molto semplice comprendere questa struttura, proprio perché la consapevolezza è aperta a se stessa; poiché la consapevolezza conosce perfettamente se stessa, ed è, al tempo stesso l’unico e veritiero soggetto conoscente, l’oggetto del conoscere diventa per intero il processo della conoscenza. Questo è lo stato reale della pura intelligenza, ovvero, pienamente risvegliata alla propria natura e completamente autoreferenziale”.
Questo approccio raffigura con minuziosità, sette stati di coscienza, ognuno con il proprio equipollente stato fisiologico e ci offre un percorso di conoscenza teorica e pratica per il loro ampliamento all’interno della nostra consapevolezza. I primi tre stati di coscienza, sono comunemente noti come: Stato di sonno, Stato di sogno, Stato di veglia, mentre i quattro stati di coscienza superiori sono: Coscienza trascendentale, Coscienza cosmica, Coscienza cosmica raffinata, Coscienza di unità. Si tratta di una tecnica meditativa che si prefigge lo sviluppo delle potenzialità dell’individuo; la sua genesi è da ricondursi probabilmente al costume originale della tradizione vedica.  Il processo di trascendenza, avviene attraverso un percorso che lievita lentamente, in maniera del tutto graduale; un raffinamento progressivo del pensiero durante la meditazione trascendentale, è di conseguenza, un raffinamento che viene rinnovato e cesellato da un pensiero che ha come obiettivo un benessere, sia fisico e psichico che psicologico. La natura, è sinonimo di “suono”, e  possiamo pensare alla meditazione trasportando il nostro pensiero alla musica dell’Universo: la relazione tra noi, l’incorporeo e i sacri suoni. Gli antichi inni vedici, sono dirette manifestazioni dei suoni sacri che ascoltiamo (shruti), dai saggi poeti che li sintetizzano con precisione serafica, mettendoli sapientemente in forma scritta. Questo “ascolto” avviene dapprima nella nostra coscienza. Pensiamo ad esempio al Bhagavata Purana, che è in grado di fornirci considerevoli delucidazioni, precisando che dal suono si manifesta l’etere e dall’etere l’aria. Il suono è l’origine dell’aura e dall’aura ha origine l’udito. L’udito, è, secondo questo ragionamento, l’organo maestro per ricevere la conoscenza.

È detto che la conoscenza vedica discenda direttamente dal mondo spirituale, वेद, Veda, ovvero la saggezza o ciò che è stato visto, non ciò che è stato udito, Shruti. Questa spiritualità, è tuttavia contornata da armonie e suoni. Il canto vedico è contemplato come una delle forme più antiche di salmodia e di tradizione orale ininterrotta esistente. Quando ci si riferisce al canto vedico, secondo la tradizione, si usa il termine adhyayanam, che in sanscrito significa “lettera, studio”, in modo particolare dei Veda (uno dei sei doveri di un bramino), che è l’arte di ascoltare e imparare a declamare con attenzione, cura e coinvolgimento profondo della mente, del cuore e del corpo. Il canto vedico e le sue regole rigorose hanno probabilmente permesso la trasmissione dei Veda prima che venissero redatti in forma scritta. Calibrare il suono, sentire il respiro e dosarlo. Capire dal profondo, che se non si prende il giusto fiato, non si può pensare di dare la corretta risonanza alla voce. Il canto vedico, permette di entrare in contatto con immense, somme vibrazioni, che iniziano nel corpo, ma proseguono nella mente e nelle emozioni.

In definitiva, la Meditazione Trascendentale ha un profondo rapporto con il suono e con tutte le sue molteplici sfaccettature e potenzialità; un cordone ombelicale saldo, coeso ed indistruttibile; pensiamo ad esempio, alla Meditazione Trascendentale del Suono Primordiale, un viaggio spirituale che ha come obiettivo di ricollegarsi con la propria coscienza, lì dove risiede il silenzio, la quiete creativa, la fonte inesauribile di energia e creatività. Con una metafora poetica potremmo dire che, come una cresta dell’oceano, si acquieta e diventa l’oceano esteso e smisurato, allo stesso modo durante la meditazione, la mente dopo aver saggiato livelli sempre più diafani di pensiero, viene a contatto con qualcosa che le è superiore o meglio, che è in grado di controlarla, e diventa quindi un oceano di candida consapevolezza. Questo stato di consapevolezza sconfinata, rappresenta uno stato di calma assai piacevole, gioviale e rivitalizzante, che rende la mente più acuta, sveglia, creativa ed intelligente. Allo stesso tempo, il corpo ottiene un profondissimo rilassamento. Alla fine del periodo di meditazione, si ritorna soavemente all’attività, refrigerati, rilassati e rivitalizzati.

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