Il tappetino da yoga, l'ennesima guida inutile

gennaio 25, 2018



di Maria Sabatini


Ho iniziato a praticare su di un paiolato in legno, insieme al mio maestro, e solo dopo alcuni anni ho scoperto che esisteva un accessorio chiamato tappetino da yoga. Non è scontato o necessario come sembra utilizzare un tappetino e si può vivere con gioia e praticare alla grande usando un tappetino a caso oppure senza. Ci tenevo ad iniziare in questo modo anticonformista una guida all'acquisto dello "yoga mat" perfetto. Mi piace pensare che per praticare non serva nulla se non il proprio corpo.
Mi piacerebbe evidenziare come intere scuole di yoga enfatizzino l'importanza di sentire il radicamento alla terra oppure di concentrare l'attenzione sulle linee o spirali di energia che si creano tra le forze in gioco. Senza tappetino, o con un tappetino molto basso e con un'aderenza decente, tutti questi concetti  risultano molto più evidenti.
Il primo consiglio che in genere fornisco quando mi viene chiesto quale tappetino da yoga comprare, è di aspettare qualche tempo. Per valutare un buon tappetino è necessario conoscere i propri gusti in dettaglio e tutte le variabili in gioco. Vediamo quindi  quali sono le componenti essenziali e le considerazioni da farsi. Come spesso accade, introducendo una nuova complessità, il tappetino può complicare o peggiorare ulteriormente la vita, invece di migliorarla.
Nell'articolo che segue spaccheremo il cosiddetto capello in quattro, probabilmente facendo la gioia del marketing manager di Manduka (una nota società produttrice ndr). Il tappetino giusto per noi, potrebbe rendere più facile e confortevole eseguire alcune posizioni? Una pratica costante è il modo migliore per rendere facili e confortevoli le posizioni. A parte gli scherzi, che sia chiaro sin da ora, è  questione di gusti personali, di conformazione fisica e del tipo di pratica che si svolge ed un tappetino non migliora la nostra pratica.



Lo spessore


Al giorno d'oggi i tappetini sono prodotti in ogni spessore possibile ed immaginabile. Cerchiamo di capire quali sono i fattori da considerare. Più un tappetino è spesso, più allontana i nostri punti di appoggio ovvero i piedi, le mani, la testa, etc. dal nostro più solido punto di contatto ovvero il pavimento. Più il tappetino è spesso minore è la sensazione di equilibrio che trasmette. Pensando solo all'equilibrio dei punti di contatto con il terreno la migliore soluzione sarebbe quindi non utilizzare alcun tappetino. Accade però che in talune posizioni le ossa o la pelle a contatto con il terreno possano dolere, ma questo dato è completamente soggettivo. Ho visto persone che in sirsasana (la verticale sulla testa ndr), per non soffrire, devono utilizzare una coperta piegata in otto, altre che la eseguono anche sul marmo senza sentire nulla. La mia impressione è che con l'esperienza la pelle si abitui e si senta minore fastidio, ma nel giudizio intervengono anche la conformazione del cranio, i capelli, il peso, lo strato adiposo, etc. Altri punti che abitualmente possono dolere a contatto diretto con il pavimento sono le ginocchia, i gomiti e l'osso sacro. Questa valutazione spetta solo a noi, come dicevamo è condizionata tra l'altro dalla conformazione fisica delle ossa, dal grasso corporeo e dal peso complessivo, e dobbiamo provare e riprovare per capire quale sia la nostra zona di confort.
Su di un tappetino più spesso di 6mm diventa comunque veramente difficile gestire qualsiasi posizione anche solo in piedi,  perciò sconsigliamo vivamente uno spessore maggiore di questo. I tappetini da 8-10mm non sono in linea di massima per lo yoga, ma per altre attività, tra le quali probabilmente la lotta con i cuscini.
I tappetini da 1mm hanno molti fautori, e sono a volte utilizzati con sotto un altro tappetino da 2mm, quelli forniti dalla sala che si frequenta, per intenderci. La sensazione finale è anche influenzata dal materiale del pavimento. Personalmente se il pavimento è morbido, di legno che flette, di tartan, di moquette, etc., trovo confortevole il tappetino da 1-2-mm. Nelle posizioni di equilibrio sulle mani, sugli avambracci o su una gamba sola, mi trasmette una stabilità ineguagliabile e nei casi di contatto con rotule o cranio non mi disturba significativamente. Se il pavimento è molto duro, di marmo, linoleum, su cemento o legno che non flette, preferisco invece un tappetino da 4mm. Con spessori maggiori il traballio dei punti di appoggio mi diviene insopportabile. Ma questa è solo la mia esperienza, che trasmetto a voi sperando possa darvi un ulteriore elemento di giudizio, non è una verità, non ho verità da trasmettere, ognuno deve conoscere a sufficienza la propria pratica e saper valutare.
 

Il grip

I tappetini di buona qualità sono costituiti in genere da uno strato ammortizzante con sopra incollato uno strato di 1mm di materiale antiscivolo, per favorire il grip, l'aderrenza necessaria in quasi tutte le posizioni dello yoga. I tappetini spessi 1mm sono costituiti dal solo strato antiscivolo. Semplicemente, adho mukha svanasana (il cane che guarda in basso ndr) diventa molto più impegnativo se i piedi scivolano in dietro e le mani in avanti. Se entrambi sono incollati a terra lo sforzo sarà molto minore. Anche questa valutazione ha delle deroghe, ho sentito un insegnante dire che preferiva un tappetino più scivoloso perchè così allenava maggiormente il proprio core (addominali, lombari, pavimento pelvico, etc. ndr), scelta personale e ammirevole.

Vedo sempre più spesso persone che praticano con calze e addirittura guanti antiscivolo, questo, a mio giudizio personalissimo, è segno che qualcosa nella catena di trasmissione della trazione al suolo non funziona. In questi casi consiglio sempre di praticare senza calze, gaunti e tappetino e di sentire la differenza. Se non la si sente, di praticare ogni giorno per un'ora, per una settimana in questo modo. Se ancora si preferiscono scarpette e guanti, ok, vuol dire che questa è la nostra via. Ricordiamo però che per i testi classici il prana, l'energia, fluisce anche attraverso le mani e i piedi.

Non vorrei addentrarmi troppo nel tecnico, ma la parte del nostro tappetino a contatto con i piedi  può essere in vari materiali. I più comuni sono il pvc e le resine polimeriche o viniliche similari, la gomma naturale e i tessuti naturali o meno. I tappetini in schiuma, termo plastiche, FOAM o TPE (Thermal Plastic Elastomer) che dir si voglia, sono di qualità molto scarsa.


I materiali con maggiore grip sono lavorati in modo da renderli porosi, ad esempio il pvc  o la gomma naturale, ma per questo si macchiano in modo quasi indelebile quando cadono gocce di sudore. Questa cosa può importare o meno, ma un colore scuro renderà quasi inavvertibili i segni. In alternativa i materiali con maggiore trazione sono ruvidi, come ad esempio il pvc lucido lavorato in rilievo oppure la juta o similari. Esiste però un altro fattore da calcolare. Se praticate uno stile molto dinamico con salti frequenti in avanti, tra le braccia, indietro, eccetera, come ad esempio il vinyasa o l'ashtanga e non avete una tecnica perfetta, un tappetino molto ruvido può ustionare il dorso dei piedi. A me personalmente capita e con un modello in particolare mi produce addirittura delle piaghe.

I tappetini fatti di un pezzo unico di gomma o senza top antiscivolo sono in genere di minore qualità.

Quando valutate il grip, provate con mani e piedi asciutti e con mani e piedi umidi, i tappetini migliori nella seconda circostanza, quando iniziamo a sudare, migliorano addirittura il grip, gli altri diventano saponette.



Il peso


Lo spessore è probabilmente il fattore che inficia più prepotentemente sul peso: un tappetino da 2mm peserà la metà di uno da 4mm. In seconda istanza anche il materiale può fare qualche differenza.
Il peso può essere o non essere determinante nella nostra scelta, dipende completamente dall'utilizzo che facciamo del tappetino. Se lo lasciamo a casa o presso la sala e non lo spostiamo quasi mai, il peso sarà ininfluente sulla nostra esperienza. Se al contrario lo portiamo con noi a lavoro, sui mezzi pubblici e poi ci rechiamo in sala yoga, sarà essenziale avere un peso ridotto al minimo, ovvero un tappetino da 1mm; ne posizioneremo poi sotto al nostro  un altro fornito dalla sala.
Un fattore che può diventare importante per la trasportabilità dello yoga mat è la capacità di essere piegato su se stesso diventando un pacchetto molto piccolo. Una buona parte dei tappetini da 1mm non in stoffa, può  solo essere arrotolato e non piegato.


Il tappetino come spazio vitale

 Un aspetto non trascurabile è il fatto che dopo un po' di tempo, i due metri quadrati del nostro tappetino, vengono a coincidere con il nostro spazio vitale. Potrò andare in qualsiasi sala da yoga nel mondo, partecipare a qualsiasi workshop affollatissimo, mi sarà sufficiente srotolare il tappetino e quello sarà il mio perimetro sicuro. Non so quanto questo atteggiamento sia sano o se precluda l'apertura verso il prossimo che piacerebbe vedere nello yoga, fatto sta che però ognuno di noi è portato a comportarsi in questa maniera. Infatti stiamo attenti a non pestare il tappetino degli altri o se qualcuno sale sul nostro sudiamo freddo. In alcuni casi è anche bello avere un pezzo di casa dietro con noi, l'odore dell'affidabilità! in altri può trasformarsi in una nevrosi. Se non ho il mio tappetino mi sento perduto. Altre volte ancora diventa un'esigenza dovuta ai tappetini scivolosi, unti, troppo alti o sgretolati, che si trovano nelle sale (non è un'accusa, ma una constatazione, sarebbe impensabile fare manutenzione ai tappetini per un centro che ha centinaia di persone in transito).


Altri aspetti

Pensando al peso contenuto e a chi suda molto, all'hot yoga (lo yoga in sala riscaldata) ma anche agli stili più dinamici, ultimamente si vedono spesso i cosiddetti asciugamani da yoga, da posizionare sopra il tappetino. Generalmente sono scivolosissimi e in alcuni casi scivolano anche dal tappetino stesso; ogni volta che si esegue un movimento dinamico si spostano; forse il loro uso migliore è per prendere il sole in spiaggia. Scherzo,  questo è solo il mio parere.
 Un discorso a parte sono i tappetini in cotone intrecciati a mano, e quindi con i nodi grossolani, i cosiddetti yoga rug. Oltre a essere molto belli, trasmettono una sensazione piacevole e naturale alle mani. Quando si suda molto sono insostituibili, ma negli altri casi il grip è minore di quelli in gomma e va gestito.
Materiali di produzione strani, se ne vedono di tutti i tipi. Tempo fa veniva pubblicizzato un tappetino in pelle. Credevo fosse una burla, invece era reale. Evito di esprimermi in proposito. L'altro giorno ne ho provato uno con lo strato superiore in sughero, la sensazione non era male, ma il peso era molto elevato e il costo pure, oltre ogni immaginazione (150 euro circa). In passato un allievo utilizzava un pezzo di gomma antiscivolo industriale, nera opaca con tondi in rilievo, che aveva ritagliato lui stesso e devo dire che, incredibilmente, l'ho provato e mi piaceva! il tappetino dico, non l'allievo.

Un fattore che non avrei mai pensato potesse influenzare l'acquisto, ma leggendo i commenti sui siti produttori mi sono dovuta ricredere, è l'odore. Secondo alcune persone l'odore della gomma naturale è una puzza insopportabile. Nei forum questo odore è chiamato spesso di "ass hole", che non lascia spazio a interpretazioni. Non sono d'accordo e l'odore di caucciù mi piace e comunque scompare dopo qualche settimana di utilizzo. Altri tappetini puzzano invece di additivi chimici e questo, in effetti, è insopportabile e tale odore tende a non scomparire.
In generale quando un tappetino ha cattivo odore uscito dalla fabbrica oppure, più frequentemente, quando inizia a puzzare dopo un utilizzo intensivo, dopo vari schizzi di sudore e dopo averci lasciato intere scie di pelle, è sufficiente lavarlo con una spugnetta imbevuta di acqua e aceto e lasciarlo all'aria aperta all'ombra, mi raccomando all'ombra, ad asciugare. I geni del marketing hanno anche prodotto costosi spray dedicati a questo uso, ma siamo d'avvero alla ricerca dei bisogni indotti.

Alle volte alcuni tappetini scadenti si deformano quando sottoposti a trazione, ovvero si allungano in adho mukha svanasana (il cane che guarda in basso ndr) e mani e piedi si allontanano. Questo effetto è tipico dei modelli in foam.

Altro difetto in cui facilmente incorrono i tappetini scadenti è quello di scivolare dal pavimento, essendo automaticamente promossi da scadenti a pericolosi. L'effetto è quello del tappeto persiano che si leva da sotto i piedi a casa di nonna, dopo che ha passato la cera. Mortale.

Ultimo difetto noioso dei tappetini scadenti, o che a me non piacciono, come sarebbe più corretto dire, è che prendono la forma nella quale li lasciamo: se li arrotoliamo e poi li srotoliamo si arricceranno per tutta la lezione; se li pieghiamo, quella piega non si leverà mai più. I tappetini che mi piacciono li srotoli e magicamente aderiscono al pavimento, dritti, immobili. Sbam!


Il costo e la durata

Il costo dei tappetini è molto variabile, dai 20 euro ai 150 circa. Comunque il costo è anche relativo alla durata e al nostro tipo di pratica. Quando facevo ashtanga sei giorni la settimana per due ore, distruggevo un tappetino ogni sei mesi e quindi cercavo di risparmiare. Oggi invece alcune marche mi durano anche due o tre anni (pratico ogni giorno alcune ore), quindi mi permetto qualche lusso in più. Onestamente spendere troppo poco non lo ritengo conveniente perchè, a quel punto, utilizzerei i tappetini messi a disposizione dalla sala yoga. Capisco che a qualcuno possa fare schifo mettere le mani e i piedi sul sudore altrui e che quindi non sia una scelta adatta a tutti.


Alcuni modelli

Esistono centinaia di marche che producono tappetini da yoga e onestamente non posso dire di averle provate tutte. Il bello di scrivere per una rivista senza pubblicità è però che si può dire tutto quello che si pensa onestamente, senza remore. Quindi, la verità è che esistono tre leader produttori mondiali, i cui prodotti sono innegabilmente il top ....e ci dispiace per gli altri. Questi sono Manduka, Lululemon e Jade. Oh, l'ho detto! I prodotti sono costosi, nella fascia tra i 60 e gli 80 euro circa, ma la ricerca costruttiva e i materiali utilizzati si vedono e si toccano. Purtroppo nessuno mi invierà mai un tappetino omaggio per questo che ho scritto ed è quindi frutto della mia sola esperienza. La scelta tra queste case e tra i vari modelli di ciascuna può dipendere dai gusti personali che dicevamo prima. Sia chiaro che questa è una mia opinione personale, non una verità scientifica e che io non sono una tester di tappetini professionista, ma solo una praticante accanita di yoga. Qualcuno storcerà anche il naso perchè queste marche sono "main stream" e forse anche "da fighetti" e mi insulterà per non aver provato i tappetini esoterici prodotti dalle innumerevoli marche di nicchia.
Una menzione d'onore per il rapporto qualità-prezzo, va all'italiana Reyoga, i cui tappetini sono degli ottimi prodotti, un poco più economici di quelli citati in precedenza.
Una menzione d'onore per la categoria "miglior bufala del marketing" sono i tappetini che ti fanno allineare. Già siamo restii a valutare che l'allineamento sia un aspetto significativo dello yoga (vedi articolo 6 motivi per cui l'allineamento non conta ndr), ma, che un tappetino possa fare la differenza, lo troviamo addirittura esilarante. Staremo ancora rotolandoci dalle risate, se non fosse che il tappetino in questione ha avuto un buon successo e costa 150 dollari. 150 dollari perchè hanno linee e tondi disegnati sopra. Giuro.

Concludendo quindi potremmo dire "ad ognuno il suo". Sappiate però cosa cercare, fate molte prove, magari provate una volta a praticare senza tappetino, a mani e piedi nudi e vedete che sensazioni vi trasmette e partite da queste sensazioni per poi cercare un tappetino, alle volte "less is more" (di meno è meglio ndr).

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