Mito e Yoga: Ardha Chandrasana, la posizione della mezzaluna

luglio 12, 2017



La storia di Ardha Chandrasana, letteralmente la posizione della mezzaluna, ha come protagonista una delle divinità induiste più amate tra tutte. Il personaggio primario non è infatti Chandra, la luna, che in realtà non riveste un ruolo di particolare importanza nel pantheon indiano, ma Ganesha, colui che rimuove gli ostacoli, il figlio primogenito di Shiva e Parvati.Il suo potere è appunto quello di rimuovere gli ostacoli lungo la strada della vita e per questo motivo in tutta l'India i suoi devoti, chiamati Ganapatya, lo considerano il signore del buon auspicio. Immagini di Ganesh, o Ganesha secondo un'altra dizione, sono onnipresenti nei templi come nei taxi, nei luoghi di culto come nei market. La sua simbologia è come sempre piuttosto complessa ed ogni elemento rimanda ad una storia precisa nonchè ad un significato simbolico profondo.
Come vedremo, il praticante sospeso lateralmente su un braccio e una gamba incarna proprio la figura di Ganesh.
L'incontro con Chandra, la divinità maschile nata dal rimescolare del mare, portatrice dell'energia tiepida della luna, rimanda al fatto che Ganesh abbia una zanna spezzata. Simbolicamente questo attributo significa il superamento di ogni dualismo, ovvero il superamento della distinzione tra spirito assoluto (o Dio che dir si voglia) e il mondo, ma anche tra lo spirito individuale e lo spirito assoluto. Ognuno di noi ha in se stesso la scintilla divina, ma deve riscoprirla. Questi concetti, tipici dell'induismo sono anche caratteristici di tutta la ricerca dello yoga classico, per un approfondimento in merito si rimanda agli articoli sui sutra di Patanjali.
Ganesh è colui che ha riconosciuto il divino in se stesso, in perfetto equilibrio tra tra energia maschile (Śiva/Surya) e femminile (Shakti/Chandra),  tra potenza e saggezza, attributi caratteristici dell'elefante. Che poi, il figlio di Parvati si ritrova la testa di un elefante perchè suo padre Shiva, che come abbiamo visto in altre circostanze non ha proprio un buon carattere, infuriato, gliela tagliò di netto e solamente in seguito dopo le rimostranze della moglie, lo riportò in vita ricollocando al suo posto la testa di un elefante che passava da quelle parti.
Ganesh simboleggia inoltre la capacità discriminatoria che permette di distinguere la verità dall'illusione, il reale dall'irreale, la scure che tiene in mano rescinde i desideri apportatori di sofferenza, così come in un'altra mano tiene un loto, simbolo dell'evoluzione spirituale umana.
Tutti questi elementi sono importanti perchè rimandano al contesto di riferimento di Ardha Chandrasana, ma la storia che dà il nome a questa posizione è un'altra.

Si racconta che Ganesh, dopo aver ricevuto molto cibo dai suoi devoti, decise di fare una passeggiata per digerire. L'appetito del Dio dalla testa di elefante è proverbiale e rappresenta anche la sete di conoscenza, spesso nelle rappresentazioni ha ai suoi piedi un piatto di dolci o di frutta, sebbene l'unico cibo in grado di saziarlo sia il riso abbrustolito, ovvero la semplicità. 
Si stava quindi allontanando dalla festa in suo onore sul dorso della sua cavalcatura, che paradossalmente è un topolino. Questo topolino è in realtà un semidio con molte caratteristiche, ma andremo avanti con la nostra storia altrimenti non riusciremo ad arrivare alla fine. Mentre i due si muovevano, attraversò la strada un serpente che spaventò terribilmente il topolino e Ganesha cadde in modo rovinoso.
La storia a questo punto introduce a volte elementi comici come ad esempio dettagli sulla rovinosa caduta o il fatto che al nostro scoppiò l'addome ed i dolci che aveva mangiato si sparsero a terra oppure che il serpente fu utilizzato dal Dio all'incirca come una cintura per i pantaloni. Ma lo scopo di questi elementi è di giustificare la mancanza di rispetto che dimostrerà Chandra. La divinità della Luna stava infatti osservando la buffa scena e gli scappò una giustificata risata.
Ganesh andò su tutte le furie, egli è saggio ed equilibrato, ma pur sempre il figlio di Shiva, proprio i personaggi equilibrati sono capaci di grandi collere quando hanno ragione. Ganesh si spezzò quindi una zanna e la tirò verso Chandra conficcandogliela nel petto. A questo punto la luna non era più in grado di brillare ed il mondo era colpito dall'energia incessante del Sole. L'equilibrio si era rotto e su la terra la vita stava diventando rapidamente impossibile. Ganesh fu quindi implorato ri ristabilire l'ordine, ma per dare una lezione duratura a chi lo aveva ridicolizzato, decise che la luna non avrebbe brillato sempre al suo massimo splendore, come era in principio, ma solamente una volta ogni quattro settimane. La zanna spezzata ricorderà a sua volta per sempre al protagonista cosa accade a perdere l'equilibrio ed il controllo.

Alle volte viene detto che la luna in questa storia rappresenta qualcuno che ride degli onesti tentativi degli altri di guadagnare il controllo sulla mente ed i sensi.
Nel corpo di ogni uomo, secondo l'ayurveda ovvero secondo la medicina tradizionale indiana e la sua visione del mondo, scorrono due tipi di energia, quella solare, attraverso la nadi (un canale interno) Pingala e quella lunare, attraverso la nadi Ida, l'equilibrio di queste due energie è, come per il nostro pianeta nel mito, di vitale importanza.

Tutto questo orizzonte mitologico ha vari rimandi alla posizione di Ardha Chandrasana. In particolare, la postura del corpo rappresenta Ganesh nell'atto di lanciare la zanna verso la luna. Varie persone mi hanno assicurato che non ci sono dubbi, asserendo anche che in nessun modo la posizione potrebbe rappresentare Chandra, infatti la sua figura non è nell'immaginario indiano particolarmente positiva, anzi, porta anche un poco sfortuna per una serie di motivi, basti ricordare che a causa sua si verificò la grande guerra tra deva e asura che stava per distruggere il mondo. In alcune feste induiste è infatti apertamente detto che guardare la luna porti cattivo auspicio.
Se pensate poi quando si scaglia un bastone molto lontano, con il braccio teso, prendendo la rincorsa e facendo fare mezza rotazione al barccio e sbilanciandosi leggermente in avanti, tanto da toccare terra con la mano opposta, non è questa proprio Ardha Chandrasana?


Per eseguire la posizione è necessario superare il dualismo di flessibilità e forza, bilanciandoli in perfetto equilibrio, proprio la caratteristica chiave di Ganesh.

Avendo conosciuto l'origine della storia legata a questa posizione, potremmo sentirci un po' in soggezione a rappresentare il Dio Ganesh, ma riscoprire la nostra origine divina è proprio il compito dello yoga...

...dovremmo però fate attenzione a non identificarci con il pensiero in Chandra, vista la proverbiale sfortuna che gli è caratteristica.

Om Gam Ganapataye Namah
Mi arrendo a Te, Signore di tutti gli esseri
Ganapati Upanisad

Potrebbe anche piacerti:

0 commenti

Yoga Magazine Italia 2017 © - Tutti i Diritti Riservati