Introduzione di Maria Sabatini
Testo di Concetta Titti Coretti
Le mudra sono un argomento molto dibattuto e con numerose pubblicazioni a riguardo. Molti di questi testi peccano però di una certa approssimazione e della mancanza di un confronto sistematico con le fonti antiche. Il tantrismo e le correnti successive, sia in ambiente buddista che induista, si sono occupate infatti in dettaglio di queste tecniche di gestione dell’energia. L’articolo di Concetta Titti Coretti inizia con un utile riferimento ai shastra ovvero “le regole”, “i manuali”, “i trattati”, “i precetti”, “gli insegnamenti”, della tradizione dello yoga poiché è solo partendo dalle origini che può nascere un discorso di reale approfondimento. Vi troverete una panoramica di alcune hasta mudra così come proposte da Gertrud Hirschi nel suo Mudra, Lo yoga delle mani i benefici delle antiche tecniche indiane. La Hirschi, mettendo in relazione le mudra con la terapia di taluni disagi fisici e mentali, arriva a conclusioni molto personali che non ci sentiamo di smentire o condividere. Il suggerimento che qui vorremmo dare è di sperimentare i differenti sigilli e osservare i loro effetti sui cinque corpi progressivi della tradizione ayurvedica, così come descritti nel testo classico della Taittiriya Upanishad: annamaya kosha, il corpo fisico, pranamaya kosha, il corpo energetico, manomaya kosha, il corpo mentale, vijñānamaya kosha, il corpo dell’intelletto profondo, e anandamaya kosha, il corpo della beatitudine. L’autrice dell’articolo continua lo studio introducendo una riflessione sulle applicazioni delle mudra, grazie al lavoro di Kuldeep Singh e altri, lavoro le cui conclusioni sono ancora una volta una visione molto personale dell'autore.