LA SOCIETÀ TEOSOFICA, UN SINCRETICO PONTE CULTURALE
gennaio 18, 2022di Enrico Casagrande
Veicolo di saperi
La diffusione del lessico proprio dello yoga e più in generale dell’induismo oltre i confini indiani a partire dalla fine del XIX sec. individua correttamente in Vivekananda il suo protagonista principale. Tale assunto della ricerca storica è altrettanto correttamente integrato dal riconoscimento del significativo lavoro di ricerca, pubblicazioni, conferenze ed organizzazioni internazionali distribuite sia in Oriente che in Occidente operato dalla Società Teosofica, che oltre allo yoga e all’induismo fa conoscere al mondo, tra le molte altre scuole spirituali, soprattutto la dottrina buddhista.
Le origini
La Società Teosofica (la società della sapienza divina) viene fondata a New York nel 1875 per opera della medium russa Helena Petrovna Blavatsky (1831 – 1891) e dal colonnello statunitense Henry Steel Olcott (1832 – 1907). La Blavatsky sostiene di essere in contatto con i Mahatma, letteralmente le grandi anime, maestri ascesi che rivelano alla donna la comune natura delle religioni, delle scuole sapienziali antiche come pure del sapere scientifico che posseggono il potenziale per giungere alla conoscenza dell’unica Verità intesa come unicità del Reale. Non c’è religione più elevata della Verità: questo è il motto teosofico. Agli affiliati non viene chiesto di abbandonare il loro credo, tutto l’impegno sarà rivolto allo sviluppo del potenziale spirituale, abbracciando le rivelazioni teosofiche, diffondendone teoria e pratica.
La dottrina
I saperi della Società Teosofica trovano la loro sintesi nelle due opere più importanti della Blavatsky: “l’Iside svelata” del 1877 e “la Dottrina segreta” del 1888. Quest’ultima in particolare pone le tre fondamenta della dottrina teosofica:
• la Realtà, nella sua unicità, deve poter portare l’uomo a realizzarsi in essa senza alcuna distinzione etnica, culturale o di genere
• la Realtà conduce al sincretismo spirituale – scientifico a favore della fratellanza dell’umanità intera
• la Teosofia risveglierà le facoltà latenti degli individui attraverso pratiche rivelate agli iniziati e studio dei principi della natura
Secondo un modello che fa incontrare gnosi occidentale e pensiero indiano tradizionale l’uomo sarebbe composto da sette “corpi”. Al livello superiore si trova Atma, lo Spirito Universale cui segue Buddhi, il veicolo che rende particolare l’universalità di Atma. Dal secondo “strato” si giunge a Manas, l’intelletto individuale dopo il quale si giunge a Kama – Rupa ossia la vita animale. Linga Sharira è il “corpo” astrale che contiene la dimensione emozionale della persona. Penultimo è il Prana ovverosia l’essenza vitale che precede l’ultimo livello, quello di Stula Sharira, il corpo materiale (Theosophy basics, Blavatsky on the number seven, Montreal Theosophy Project, consultato in dicembre 2021). Essenziale la dottrina del karma in tale prospettiva dato che gli accumuli virtuosi come per altro quelli corrotti delle vite trascorse influenzano la futura rinascita dell’individuo comune come pure quella del teosofo. Il vantaggio dell’iniziato è quello di conoscere rivelazioni e tecniche di contemplazione in grado di favorire il proprio processo verso livelli sempre più “sottili” della Realtà ricevendo da essa sostegno in tal senso.
Articolata si presenta pure la cosmogonia teosofica dove torna il numero sette che appartiene ad ogni livello evolutivo o catena di ogni pianeta. Il processo è sempre quello di una precipitazione da una dimensione più tendente al dominio spirituale ad una collocata ad un dominio più orientato al livello fisico. La terra è giunta al suo quarto e più basso livello, da esso avverrà una risalita lungo tre livelli per completare il settetto terrestre.
Nella sua complessa dottrina d’impianto sincretista la medium russa intraprende un percorso dove individua nell’occultismo la Scienza per eccellenza che giustifica su “piani” preternaturali la scienza di fine ‘800. Queste le sue parole a tal proposito:
“…la scienza si sta avvicinando […] ai domini dell’occulto. È costretta, bon grè, mal grè, dalle sue proprie scoperte ad adattare la nostra fraseologia e i nostri simboli […] la scienza chimica è ora costretta ad accettare anche il nostro modo di spiegare l’evoluzione degli Dei e degli atomi così suggestivamente raffigurati nel Caduceo di Mercurio, il Dio della sapienza, e nel linguaggio allegorico dei saggi arcaici” (H. P. Blavatsky, La Dottrina Segreta, scienza antica e scienza moderna, posizione 1351, Cerchio della Luna ed., Verona 2018).
Il sincretismo genericamente proposto da numerose scuole sapienziali diviene con la Società Teosofica un tentativo di sintesi definitiva del sapere universale.
In India
La portata degli insegnamenti della Teosofia ha una vasta diffusione che in breve tempo si espande oltre gli Stati Uniti e l’Europa. È il febbraio del 1879 quando la sede centrale della Società viene trasferita in India a Bombay. L’accoglienza del pubblico più colto del subcontinente è notevole. L’enfasi posta sulla sapienza indiana promossa da Blavatsky ed Olcott contribuisce più o meno esplicitamente alla causa del risveglio indiano con le sue forze neo – induiste comprese quelle indipendentiste. Il giovane Gandhi conosce ed approfondisce le scritture della propria terra natia a partire dai suoi anni di formazione in Inghilterra grazie al contatto con degli affiliati alla Società. La Bhagavad Gita che accompagna la vita intellettuale e pratica del Mahatma storico è, per sua stessa ammissione, un testo che senza la Teosofia non avrebbe conosciuto. È pure grazie a tale percorso interiore che il leader politico riconosce di essersi sbarazzato della visione, indottagli dai missionari cristiani, di un’India costellata da superstizioni (M. Introvigne, Le nuove Religioni, Sugarco ed. p. 271, Milano 1989).
Il periodo indiano corrisponde ad una conversione – sarebbe meglio dire predilezione – dei due fondatori al buddhismo, dopo il primo soggiorno a Bombay e dei viaggi a scopo di ricerca nel nordest del paese viene fondata la rivista “The Theosophist” che viene tutt’oggi pubblicata diventando veicolo di contatto più sistematico tra gli affiliati di tutto il mondo. Nel loro “pellegrinare” messianico la medium e il colonnello si trattengono tra il 1880 e il 1881 nello Sri Lanka. È qui che Olcott compila un suo catechismo buddhista ancor oggi in uso presso i religiosi della ex Ceylon. L’opera vale al teosofo un indiscutibile riconoscimento da parte dei buddhisti cingalesi che lo identificano ancor oggi come il principale artefice della riscoperta delle più autentiche radici del buddhismo. Il lavoro di Olcott sostiene ulteriormente il fenomeno di diffusione nel mondo di concetti e lessico orientale. La particolare enfasi posta sul concetto di karma, che sostiene ampiamente l’intera dottrina teosofica, trova nel contributo buddhista del colonnello uno dei suoi pilastri.
Nella primavera del 1882 la sede indiana della Società Teosofica viene trasferita ad Adyar nei pressi di Madras, l’attuale Chennai. In quella sede si incontrano uomini politici, scienziati, filosofi ed artisti di tutta l’India e di molti altri paesi del mondo sia orientale che occidentale. Aderiranno più o meno formalmente ai principi della teosofia personaggi dello spessore di Rabindranath Tagore, Thomas Alva Edison, William Butler Yeats, Nicolas Roerich, ecc. (Antonio Girardi, a cura di, La Società Teosofica, storia, valori e realtà attuale, Edizioni teosofiche Italiane, pp. 260 – 261, Vicenza 2014).
Annie Besant, l'erede di Madame Blavatsky
Con la morte della Blavatsky, avvenuta in Inghilterra nell’estate del 1891 per le complicazioni di un’influenza, la Società prosegue il proprio operato seguendo le tracce segnate dalla medium russa. Poco prima della sua morte quest’ultima nomina la britannica Annie Besant (1847 – 1933) “Segretaria principale del gruppo interno della sezione Esoterica e archivistica degli insegnamenti”, si tratta di un passaggio di consegne che si concretizzerà nel 1907, dopo la morte del colonnello Olcott, con la sua nomina a presidentessa della Società.
Nella prima parte della propria vita la Besant è un’attivista politica per la causa dei diritti delle donne nel proprio paese. La sua amicizia con il commediografo G. Bernard Shaw (1856 – 1950) ed altri intellettuali del periodo getta le basi per la futura formazione del Partito Laburista Inglese. Fondamentale è il suo ruolo nell’organizzazione del primo storico sciopero delle lavoratrici dei fiammiferi inglesi. La verve e la curiosità intellettuali portano la giovane ribelle ad avvicinarsi alla Società Teosofica nel 1889. Da sua rappresentante di spicco diventa conferenziera della Società al Parlamento Mondiale delle Religioni di Chicago del 1893 dove, ricordiamo, spicca a sorpresa la figura del rappresentante dell’induismo Swami Vivekananda. Colpita dalle relazioni dei diversi esponenti dei saperi dell’Oriente, poco dopo l’evento vediamo la donna in viaggio alla volta dell’India per apprendere le dottrine specialmente della tradizione indiana e diffondere al contempo le conoscenze dell’occultismo teosofico. Fedele alla propria natura d’attivista diviene membro del Congresso Nazionale Indiano per il quale si impegna nella sua lotta per l’autogoverno in una visione però interna al Commonwealth. Traduce in quegli anni la “Bhagavadgita” in inglese e si adopera con successo alla realizzazione dell’Istituto Centrale Hindu situato a Benares che da lì a poco rappresenta il principale punto di riferimento formativo dell’intero subcontinente diventando l’Università Nazionale Indiana. L’incessante fervore umanitario della nuova presidentessa della Società porta alla nascita, nel 1908, dell’Ordine Teosofico di Servizio, per organizzare in modo sistematico le differenti attività di servizio esistenti in seno all’organizzazione originaria. Coniugando politica e filantropia nasce in questa fase l’Associazione dei Figli e delle Figlie dell’India con lo scopo di far nascere nei suoi aderenti amore per la patria e senso civico. Il Congresso la nomina nel 1917 sua presidentessa, carica che regge con lo spirito attivo ed intraprendente che la contraddistingue per tre anni quando viene ad essere sostituita da M.K. Gandhi che ella aiuta nelle sue prime campagne di non cooperazione. La morte sopraggiunta all’età di 86 anni nel 1933 impedisce alla donna di ad assistere al compimento dell’indipendenza indiana ed alle nefaste conseguenze politiche e sociali della Partition.
Una certa penalizzazione al crescente sviluppo della Società Teosofica viene procurato, durante la presidenza di Annie Besant, dal “caso” Krishnamurti (1895 – 1986). Nel corso del secondo decennio del ‘900 un teosofo di alto rango, Charles Leadbeater (1847 – 1934), crede di aver individuato nel giovane indiano Jiddu Krishnamurti l’incarnazione del bodhisattva Maitreya, la prossima incarnazione del Buddha storico unanimemente accettato ed atteso dai buddhisti di ogni scuola. Successivamente viene visto nel ragazzo pure una potenziale incarnazione di Cristo. Il ragazzo è adottato dalla Besant e formato, sotto la guida di Leadbeater, alla conoscenza profonda di un considerevole numero di scuole religiose di ogni tempo e cultura. Probabilmente esasperato dalle estenuanti pratiche e dalle aspettative su di lui riversate, nel 1929 Krishnamurti annuncia di non essere alcun messia e di voler abbandonare la Società per potersi dedicare al lavoro di supporto al prossimo nel deprogrammarsi dalle insidie delle credenze preconfezionate indotte con le comuni prassi educative e di ricercare autonomamente quello che può essere considerato Verità. Il successo di Krishnamurti negli anni successivi è considerevole tanto da farlo diventare, volente o nolente, uno dei “maestri” della controcultura occidentale. La Società accusa il colpo ma non desiste nel suo operato grazie alle opere filantropiche e di ricerca di stampo sincretista che continua a caratterizzarla.
Conclusioni
Quello della Società Teosofica è stato un contributo indiscutibile alla riscoperta dell’Oriente e soprattutto dell’India. In realtà da Alessandro in poi l’Oriente misterioso non mai ha perduto il suo fascino, ma l’impareggiabile visionarietà della Blavatsky e l’infaticabile determinazione della Besant compongono un’esperienza pressoché unica nella storia del sincretismo religioso. Il successo del progetto originario della Blavatsky è evidente e non chiede approfondimenti ulteriori considerando che tra alti e bassi le associazioni che si rifanno più o meno direttamente al suo lavoro sono attive in ogni angolo del globo. Quello che poi sorprende nello studio della Società Teosofica sono i risultati ottenuti a favore della divulgazione del sapere indiano presso le genti di quella terra. In un epoca dove la dominazione britannica ed il proselitismo cristiano mette in difficoltà la fiducia del vasto subcontinente nella propria cultura originaria compaiono iperboliche narrazioni sulle facoltà straordinarie in possesso dei detentori dei “segreti” della sapienza indo – buddhista. Testi e catechismi impensabili all’epoca vengono proposti alle élite più colte dell’India che trova strumenti per una fiera autorappresentazione. Un ponte tra est ed ovest del mondo con percorsi bidirezionali è in estrema sintesi il contributo della Società Teosofica al mondo. Una molteplicità di concetti che permeeranno la controcultura americana e definiranno i campi d’indagine della New Age sono presenti in nuce negli insegnamenti teosofici.
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