L'ossessione del «Vero Yoga»

settembre 06, 2017

di Mario Caruso

Questa settimana Yoga Magazin Italia voleva approfondire la grande polemica del momento divampata su social media e testate giornalistiche di settore, in particolar modo oltre oceano. L'ultima scintilla è infatti la crociata contro le star di Instagram. Per fare questo abbiamo interpellato Mario Caruso, ricercatore universitario di filosofia e religioni dell'India e dell'Estremo Oriente, nonchè praticante di yoga di lunga data e conoscitore dei nuovi media, al quale abbiamo chiesto la sua opinione personale. Lasciamo alla sua analisi il giudizio in merito.

Molti yogi e yogini postano giornalmente sul popolare media fotografico posizioni difficilissime, in abbigliamento più o meno sportivo o estivo, spesso in luoghi esotici o comunque molto scenografici. Questo ha creato un vero e proprio scandalo tra i sostenitori del «Vero Yoga». I presunti puristi si affannano nel dire che lo Yoga non consiste nel fare posizioni difficili oppure nel preoccuparsi di come una posizione appare, quindi le yogastar di Instagram non praticherebbero il "Vero Yoga". Molti rincarano la dose sostenendo che le posizioni, le asana, sono solo una piccola parte dello yoga, la cui spina dorsale sarebbe invece costituita dalle famose otto membra (ashtanga) così come esposte nei Sutra di Patanjali. E da qui a giudicare come e perchè una foto possa cotravvenire i principi spirituali dello yoga. L'attacco è stato scagliato con tale forza: articoli, commenti violenti, richieste di cancellazione di post e interi account, che in molti casi le yogastar più in vista hanno pubblicato articoli in cui giustificano e danno conto del proprio operato. Yogastar è un termine che fa ridere, ma in America è molto usato e si intende in genere una persona con almeno 100.000 follower (Kino McGregor ne ha più di un milione NDR).

Bisogna innanzitutto chiarire che negli Stati Uniti lo yoga è un business non da poco e spesso dietro crociate ideologiche si nascondono banali interessi economici. Il sorgere o il tramontare di varie scuole o lo spostamento delle mode verso una tendenza piuttosto che un'altra, movimentato anche dai cosiddetti opinion leader, muove interessi notevoli. Assistiamo spesso negli USA a prese di posizione e condanne di quella o quell'altra associazione contro l'impostazione delle altre. Vale la pena ricordare la campagna denigratoria della American Yoga School (quelli di "noi insegnamo la scienza della felicità") contro la Yoga Alliance (oggi la maggiore organizzazione mondiale di scuole e insegnanti, allora emergente) riassumibile nel loro articolo: "Yoga Alliance sta rovinando lo yoga". Immaginate qualcosa di più lontano dai principi di astensione dal giudizio, dal non essere mai ostili (ahmsā) o dalla positività dei pensieri (samtosa) teorizzati dai tanto citati Yoga Sutra?


La prima osservazione di buon senso che verrebbe da fare è che una bella fotografia, di una posizione difficile, può servire da motivazione per migliaia di praticanti oppure può fare avvicinare allo yoga persone che altrimenti non lo avrebbero conosciuto, quindi perchè giudicare male? anzi perchè giudicare?


C'e' anche da osservare che  molte delle cosiddette yogastar incriminate sono persone che dedicano la loro vita allo yoga e, come nel caso della famosissima Kino Mcgregor raffiguarata nell'immagine all'inizio di questo articolo, persone che vivono in modo intenso il lato spirituale dello Yoga. Probabilmente nessuno dovrebbe arrogarsi il diritto di definire cosa è o non è il "Vero Yoga", figuriamoci l'insegnante americano di turno. Scusatemi, ma su questo non riesco ad essere compiacente. Un grande maestro allievo di T. Krisnamacharia, suo figlio K. V. Desikachar, così si esprime nel bellisssimo libro Il cuore dello Yoga:


"La pratica dello yoga ci offre l'opportunità di sperimentare i molti significati differenti della parola yoga. Lo yoga è il movimento da un punto verso un'altro che era al di là nella nostra portata, è un progresso. Non ha importanza se questo spostamento avvenga attraverso la pratica delle asana, attraverso lo studio, la lettura o la meditazione, è comunque sempre yoga."


 Per rafforzare questo concetto citiamo anche le parole di B. K. S. Iyengar in L'albero dello yoga:


"Nei prossimi capitoli spiegherò in dettaglio come all'interno dell'unica disciplina dell'asana sono compresi tutti gli otto livelli dello yoga, dello yama e del niyama, fino al samadhi. Volutamente insisto sulla profondità dell'asana, proprio perchè in occidente questa pratica è troppo spesso considerata solo fisica."

E infine Pattabhi Jois era solito dire: "Inizia a praticare, il resto verrà da sè."


Credo che queste parole di splendido buon senso e saggezza fughino il campo da qualsiasi fraintendimento. D'altronde anche nell'ashtanga yoga come insegnato dal maestro Jois la pratica dell'allievo è guidata attraverso successioni preordinate di posizioni che sono indubbiamente a difficoltà crescente. Gli allievi più avanzati, che,  a giudizio del loro maestro, padroneggiano le posizioni precedenti, si impegnano in posizioni più difficili, senza per questo implicare necessariamente narcisimo o ego eccessivo.

Forse le posizioni avanzatissime che vediamo su Instagram, creano molta ammirazione, ma anche qualche invidia e qualche timore di inadeguatezza tra gli insegnanti che si sentono esposti ad eventuali paragoni.


Il maestro Krishnamacharya, il più grande maestro di yoga contemporaneo, in Pincha Mayurasana (sarà stata postata su Instagram? qualcuno avrebbe da ridire sull'abbigliamento succinto? sull'acconciatura? oppure sull'allineamento gomiti, spalle, talloni?)


Dirò forse qualcosa di scomodo o inesatto, ma quando leggo o sento dire: "lo yoga è..." o "lo yoga non è... " o ancora peggio :"il vero yoga è..." scappo il più lontano possibile. Una pratica che si è sviluppata per circa cinquemila anni, di cui almeno gli ultimi tremila in forma scritta, con centinaia di scuole e migliaia di eminenti maestri che hanno dedicato la loro intera vita a questo cammino, non ha bisogno del parere dell' "illuminato" di turno. Non a caso i grandi maestri sono molto cauti nel dare definizioni e comunque si ritengono difficilmente depositari della verità, ma solamente della propria opinione in merito. Discorso differente per i capi religiosi del passato e dei nostri tempi.

Instagram ha oggi più di 400 milioni di utenti. L'ashtag #yoga ha su instagram 40 Milioni di ricorrenze. I mezzi di comunicazione cambiano, si evolvono, ma sono solo in minima parte responsabili dei contenuti che veicolano. E' presto per poter giudicare l'influeza che Instagram e le yogastar stanno avendo sulla millenaria arte dello yoga, già assistiamo a nuovi fenomeni veicolati su questo social. Ad esempio i #challange, durante i quali tutti i partecipanti postano per settimane ogni giorno una predeterminata posizione, tutti usando gli stessi tag.  Oppure assistiamo allo #stopdropandyoga che consiste nel taggare alcuni amici/follower, invitarli a fare la stessa posizione e  a loro volta a invitare altri follower a fare altrettanto. Questi fenomeni, al di là di ogni giudizio, aiutano a diffondere una pratica che cento anni fa era relegata in remoti ashram o all'insegnamento tra guru e allievo nell'india rurale.

Comunque, qualunque sia la vostra opinione sulle yogastar di Instagram, vi prego, non pralatemi del "vero yoga"!

di Mario Caruso


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